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Home Fascicolo n.2/2008 Approfondimento
Approfondimento
A ognuno il suo carico
pubblicato nel Marzo - Aprile 2008 in Sport&Medicina - fascicolo n.2

           

Evoluzione secondo Piaget

Secondo Piaget, nella fase di crescita vi sono quattro stadi; il primo, da 0 a 2 anni (stadio sensomotorio), il secondo, da 2 a 7 anni (stadio preoperatorio), il terzo, da 7 a 12 anni (stadio operatorio concreto), il quarto, dai 12 anni in poi (stadio operatorio formale). Alla nascita è il bisogno alimentare a stimolare e organizzare il movimento; ma il neonato, per potersi muovere, deve fare i conti con la forza di gravità che costituirà la sua “naturale palestra”, in quanto lo metterà nella condizione, vincendola, di aumentare costantemente il suo tono (forza). Egli dunque avverte la primaria necessità di gestire i primi stimoli esterni e le prime esperienze motorie che continueranno a variare, poiché il suo corpo in evoluzione giorno per giorno, momento per momento lo metterà in condizione di assumere maggiore padronanza come se fosse una cosa nuova. All’inizio, i movimenti del bambino saranno segmentari e poco coordinati, poiché il sistema nervoso è ancora incompleto; ma poco a poco, gli consentirà un progressivo aggiustamento e, in parte, la progressiva intenzionalità del movimento. Queste condizioni in evoluzione, metteranno il bambino nelle condizioni di avere un rapporto con la madre (da 0 a 9 mesi, stadio materno), con le proprie appendici corporee (mani e piedi) e con l’ambiente circostante. Da 0 a 3 mesi, la motricità è di tipo fetale (flessoestensione degli arti e di prensione delle mani), con movimenti bilaterali e simmetrici. Vi sono riflessi di origine propriocettiva; nel neonato di pochi giorni, si nota il riflesso di raddrizzamento statico del tronco (per il veloce aumento del tono). Con l’evoluzione dei centri corticali, questi riflessi (arcaici), tendono a scomparire. Dalla dodicesima alla sedicesima settimana, affina i muscoli oculomotori, per cui riesce a seguire un oggetto in movimento. Nel quarto mese vi è una rapida organizzazione corticale, con nuove organizzazioni sensomotorie; verso l’ottavo mese, inizia la fase di identificazione e comincia a riconoscere i genitori; aumenta il tono e con esso migliorano le reazioni: di difesa, di dolore, di sorpresa e di aggressività. Verso la fine del primo anno, prima che il bambino cominci a camminare, riesce ad afferrare un oggetto usando il pollice e l’indice per la presa a pinza. Verso il quindicesimo mese, migliora l’orientamento e inizia il bisogno di esplorare.
L’immagine del corpo si evolve progressivamente, con tappe che corrispondono all’evoluzione psicomotoria; il corpo percepito tende allo schema corporeo, attraverso le sensazioni visive, tattili e cinestesiche. Il bambino comincia a programmare le azioni, partendo dal proprio corpo e dagli oggetti. Questa fase di apprendimento (relazione con il proprio corpo, con la mamma, con le persone e gli oggetti) è tanto ampia, quanto maggiore e varia è la gamma degli stimoli che vengono somministrati al bambino: è la prima forma di vero e proprio allenamento-apprendimento. Ma è chiaro che alla fase di apprendimento, contribuisce fondamentalmente la capacità di poter eseguire i movimenti, attraverso la forza muscolare.