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Abstract
Stretching: una visione critica
pubblicato nel Marzo - Aprile 2005 in Sport&Medicina - fascicolo n.2
Gian Nicola Bisciotti

La pratica dello stretching, razionalizzata e diffusa inizialmente da Anderson, è oggi ampiamente utilizzata in ambito sportivo, eppure non mancano divergenze di opinione riguardo alla sua efficacia, utilità e modalità d’uso (soprattutto pre-gara). Alla base delle controversie c’è, secondo l’Autore, una certa confusione sulle basi fisiologiche e metodologiche dello stretching stesso. Per tali ragioni, questa review, partendo dalla spiegazione della terminologia specifica, entra nel vivo della fisiologia del muscolo per fornire un quadro più chiaro sull’efficacia e sul buon utilizzo di questa pratica sportiva. Dopo aver ricordato che flessibilità muscolo-articolare non è sinonimo di elasticità, ma capacità di movimento del muscolo o dell’articolazione nella propria totale estensione, l’Autore passa all’analisi dei meccanismi molecolari della contrazione, dell’allungamento e del controllo della contrattilità muscolare; quindi descrive gli effetti adattativi della muscolatura allo stretching praticato con regolarità e spiega le peculiarità delle varie tecniche: stretching statico, passivo, balistico eccetera; per finire ne espone le applicazioni pratiche nel riscaldamento e nella prevenzione dei danni muscolari, l’influenza sulle prestazioni e la diminuzione dell’affaticamento muscolare (e del dolore conseguente).