Banner
Abstract
Senza eccessi
pubblicato nel Novembre - Dicembre 1995 in Sport&Medicina - fascicolo n.6
Marcello Ghizzo

Vengono prese in considerazione le traumatologie più ricorrenti in giovani che praticano il calcio. L’intensa attività può portare ad asimmetrie, ipertrofie, lassità legamentose a carico del sistema muscolo-scheletrico con possibilità di modifiche irreversibili in età adulta. Ci sono poi i traumi a livello articolare, che possono danneggiare le zone epifisarie, dove cioè le ossa trovano spazio per la crescita e l’allungamento (morbo di Osgood-Schlatter, di Sinding-Larsen-Johansson, di Haglund-Sever-Blenke), le fratture a legno verde e da avulsione (quando muscoli e tendini risultano più forti dell’osso) e quelle da fatica e da stress dovute a carichi di lavoro eccessivi. A livello delle cartilagini si possono riscontrare condromalacia della patella e ostecondrite dissecante. In un box vengono analizzati i risultati di due indagini svolte a dieci anni di distanza su giovani calciatori per individuare le strutture e le sedi anatomiche a maggior rischio traumatologico in relazione a età, tipo di allenamento, frequenza degli eventi agonistici.