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Abstract
Attività fisica adattata: nuove proposte
pubblicato nel Luglio - Agosto 2015 in Sport&Medicina - fascicolo n.4
Piero Benelli

È quasi banale ormai rimarcare i benefici dell’attività fisica, praticata secondo criteri ben codificati da una letteratura scientifica sempre più importante e numerosa, ai fini di una prevenzione primaria e secondaria delle patologie croniche e invalidanti; sia l’evidenza scientifica sia le esperienze sul campo di arricchiscono ogni giorno di nuove e stimolanti opportunità e proposte, su cui è comunque importante periodicamente fare il punto e verificarne l’efficacia. Anche per questo il dossier si occupa dell’argomento, analizzando alcune opzioni che riguardano diverse tipologie di popolazione, ma costituiscono ognuna un esempio di quello che può significare “attività fisica adattata”:

  • nuove possibilità e una diversa gestione per una fascia ristretta di popolazione (quella affetta da emofilia), che per certi aspetti è da questo punto ancora oggetto di ricerca ma su cui si possono già riconoscere alcuni risultati dalla pratica di un’attività motoria ben calibrata;
  • una nuova attività sportiva, il sitting volley, dedicata (ma non solo) a chi ha disabilità invalidanti, soprattutto agli arti inferiori e al rachide;
  • una definizione sempre più precisa della prescrizione di attività motoria per una popolazione numericamente importantissima (soggetti affetti da diabete).