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Abstract
Concussione cerebrale: il ritorno allo sport
pubblicato nel Luglio - Agosto 2009 in Sport&Medicina - fascicolo n.4
Roberto Vagnozzi, Barbara Tavazzi, Luciano Cristofori, Giuseppe Lazzarino

La concussione cerebrale si verifica con frequenza maggiore tra coloro che praticano attività sportiva, soprattutto sport di contatto ed è a causata da un trauma diretto lieve alla testa, faccia o collo, o indiretto in altra parte del corpo, in grado di produrre una forza di accelerazione all’interno della scatola cranica. La sintomatologia post-concussiva è molto varia e dà luogo a una serie di sindromi neurologiche di diversa gravità, non necessariamente accompagnate da perdita di coscienza, le più frequenti delle quali sono l’amnesia post-traumatica (anterograda o retrograda), lo stato confusionale, la cefalea e le alterazioni dello stato sonno/veglia. Accade purtroppo di frequente che tali sintomi sfumati non portino, chi ha subito una concussione, a ricorrere alle cure mediche; è altrettanto vero che spesso il medico non riconosce la patologia, col risultato che la concussione è, per lo meno nel nostro Paese, un evento clinico il più delle volte non diagnosticato: la medicina dello sport a livello internazionale è alla ricerca di un approccio diagnostico affidabile sia per effettuare la diagnosi della concussione, sia per determinare il pieno recupero della funzionalità cerebrale per un ritorno privo di rischi all’attività sportiva.