La scala della fatica
Gianpietro Rossi
Gli sport di resistenza richiedono caratteristiche di allenamento particolari, non solo dal punto di vista fisico o tecnico, ma anche psicologico. Per ottimizzare il dispendio energetico e sopportare meglio la fatica è importante che l’atleta si abitui alla percezione e all’autocontrollo dei vari parametri fisici. Questo è possibile utilizzando particolari sedute di biofeedback. Diversi studi dimostrano quanto sia difficile per un atleta riconoscere i segnali corporei, dai quali dipende il mantenimento dell’ottimale ritmo di corsa. I maratoneti più esperti e capaci sanno percepire un feedback continuo sulle sensazioni corporali, regolando, di conseguenza, il ritmo della corsa, l’ampiezza e la frequenza dei passi, in modo da evitare pericolose crisi di fatica. Alcuni atleti sanno percepire con precisione l’intensità ideale della corsa che gli consente di restare al di sotto della soglia anaerobica, senza superarla.
Nell’articolo vengono esposti i parametri che possono essere utilizzati per avere un feedback sulle diverse sensazioni del corpo.
Viene inoltre presentata la scala Rating of perceived exertion di Borg, che valuta soggettivamente un individuo sottoposto a sforzo.