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Abstract
Non scherziamo sulle infezioni
pubblicato nel Maggio - Giugno 2002 in Sport&Medicina - fascicolo n.3
Antonino Salvia, Simona Amato, Vittorio Calvisi

Lo sport del rugby è attualmente praticato, in forma più o meno assidua, da milioni di persone; questi soggetti sono però esposti al rischio di contrarre una malattia infettiva, non tanto l’AIDS (rischio relativamente basso), quanto le epatiti B e C, il tetano, le micosi.Al rischio sono anche esposti gli altri attori della manifestazione sportiva (medico dello sport, fisioterapista, arbitro, allenatore, dirigente) che, non di rado, trascurano le fondamentali misure di igiene (per esempio entrando in contatto con il sangue degli atleti feriti senza indossare guanti).Si individuano alcuni luoghi e situazioni “a rischio”: il campo, lo spogliatoio, lo stile di vita e il comportamento. Viene quindi affrontato il problema della carenza di normativa in materia di prevenzione delle infezioni nello sport e vengono proposte linee guida per la prevenzione delle infezioni medesime.