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Abstract
Il cuore dell’atleta in altitudine
pubblicato nel Maggio - Giugno 1998 in Sport&Medicina - fascicolo n.3
Roldano Scognamiglio, Andrea Ponchia, Giuseppe Fasoli, Marco Marin, Monica Palisi, Sergio Dalla Volta

Questo articolo tratta la funzione miocardica in condizioni di altitudine simulata e reale.
In contrasto con gli studi condotti in condizioni di altitudine simulata, la ridotta capacità di lavoro fisico in alta quota è stata correlata con la depressione della funzione cardiaca. Tale riduzione è correlata a complessi meccanismi fisiopatologici tra cui la riduzione di precarico, la perdita di massa miocardica e la depressa contrattilità. Un eccesso di postcarico ventricolare e un inadeguato reclutamento contrattile possono essere la causa della ridotta funzione di pompa del ventricolo sinistro registrabile al ritorno durante test da sforzo. La dimostrazione in vivo di una riduzione della funzione contrattile dopo acclimatazione in quota riflette l'azione depressiva diretta dell'ipossia sul miocardio, ed è stata dimostrata anche in vitro sul cuore isolato. Tuttavia, nell'uomo tale riduzione della contrattilità richiede diversi giorni di esposizione all'altitudine per potersi realizzare e non è rapidamente reversibile.