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Abstract
Come e perché
pubblicato nel Maggio - Giugno 1995 in Sport&Medicina - fascicolo n.3
Massimo Martelloni, Barbara Masini

Da quando l’infezione da HIV (Human Immunodeficiency Virus) è diventata endemica su scala mondiale sono emersi quesiti sulla liceità e finalità nella individuazione di soggetti sieropositivi. L’articolo 33 della Legge 833/78 afferma che trattamenti sanitari obbligatori possono essere imposti quando la malattia del singolo possa procurare danni alla collettività; la Legge 135/90, però, nel caso dell’infezione da HIV esclude che l’accertamento coattivo possa essere dettato dalla necessità di tutelare un interesse collettivo. Per questo, secondo gli autori, anche in ambito sportivo screening di massa non sono legittimi se non dietro esplicito consenso degli atleti. In ogni caso il risultato del test deve rimanere segreto. Vengono poi ricordate le precauzioni universali per evitare la contaminazione sia col sangue sia con altri liquidi biologici. Il rischio e le modalità di contagio dello sportivo non si differenziano in modo significativo da quelli della restante popolazione.