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Abstract
Quali rischi per lo sport d’acqua?
pubblicato nel Marzo - Aprile 2005 in Sport&Medicina - fascicolo n.2
Mario Ireneo Sturla, Lucio Ricciardi

Per l’impegno muscolare, cardiovascolare e respiratorio che richiedono, quasi tutte le attività sportive possono rasentare, e talvolta superare, i limiti delle funzioni fisiologiche degli apparati corporei coinvolti. Vi sono, però, alcune discipline che rappresentano, di per sé, situazioni fisiopatologiche, per il semplice fatto di essere praticate in ambienti straordinari, nei quali cioè, i presupposti fisici e atmosferici sono diversi da quelli abituali per l’uomo. È il caso delle attività che sono svolte in un ambiente, come quello acquatico, dove la normale percezione di sé e del proprio movimento è alterata dalla virtuale assenza di gravità o da peculiarità gravitazionali o, ancora, da stimoli di tipo propriocettivo.
L’articolo considera proprio gli aspetti salienti che caratterizzano, dal punto di vista fisiopatologico, le attività sportive praticate in ambiente acquatico, con particolare riguardo per l’attività subacquea.