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Abstract
Lesione dell’LCA nel calcio: carriera a rischio?
pubblicato nel Aprile - Giugno 2023 in Sport&Medicina - fascicolo n.2
Alessandro Corsini

La lesione del legamento crociato anteriore (LCA) non costituisce un’evenienza frequente in un campionato di calcio. Ogni squadra dovrebbe infatti attendersi un infortunio ogni due anni.
Negli atleti professionisti, le attuali tecniche chirurgiche e riabilitative, pur non avendo ridotto in modo significativo il rischio di recidiva o di lesione dell’arto controlaterale, non permettono un ritorno in campo, nella maggior parte degli atleti, allo stesso livello sportivo entro l’anno. Frequentemente, soprattutto negli atleti più avanti con l’età, si registra una riduzione prestazionale nei due anni successivi alla ricostruzione di LCA (LCA-R), che può determinare una riduzione sia di lunghezza sia di qualità della carriera. La progressiva degenerazione articolare, conseguente al trauma e all’instabilità residua, la perdita di forza muscolare, la riduzione delle capacità coordinative e propriocettive, il ridotto recupero delle prestazioni aerobiche e, non ultimo, il mancato recupero psicologico, rappresentano fattori determinanti in questo declino prestativo.
Sulla scorta di tali dati, appare evidente quanto possa essere rilevante affrontare una lesione dell’LCA con la massima accuratezza e attenzione, affidandosi a un percorso chirurgico-riabilitativo che possa rivelarsi il più aggiornato e completo possibile. Solo in questo caso l’atleta potrà confidare di appartenere a quella percentuale di giocatori che, dopo una LCA-R, sono in grado di proseguire la propria carriera secondo gli standard pre-infortunio.