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Abstract
Cardiologia
Le domande del nuotatore
pubblicato nel Gennaio - Febbraio 2012 in Sport&Medicina - fascicolo n.1
Giovanna Macchi

Capita a tutti quando si nuota a lungo di avvertire la necessità di urinare. Ciò dipende da due fattori: lo stimolo ipotermico dell’acqua che attiva il sistema adrenergico aumentando la diuresi e l’immersione del corpo in acqua. La pressione idrostatica, agendo in tutte le direzioni sulla superficie corporea, determina lo spostamento del volume plasmatico verso il centro dell’organismo. Ciò aumenta il ritorno venoso al cuore e quindi provoca lo stiramento delle fibre atriali cui si deve l’increzione dei peptici natriuretici con effetto diuretico.
Altra singolarità del nuoto è quella di indurre bradicardia. L’immersione del viso attiva un riflesso la cui via afferente è il nervo trigemino e la via efferente il vago. L’effetto è la riduzione della frequenza cardiaca. In casi rari, l’attivazione vagale estrema è causa di arresto cardiaco per asistolia. Alcune morti improvvise in mare, erroneamente attribuite ad annegamento, sono dovute a questo riflesso.