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Abstract
Cardiologia
pubblicato nel Novembre - Dicembre 2001 in Sport&Medicina - fascicolo n.6
Giovanna Macchi

Studi osservazionali sull’uomo e studi sperimentali sull’animale dimostrano che le elevate frequenze cardiache costituiscono un rischio di morbilità e di mortalità cardiovascolare. All’opposto le basse frequenze risultano protettive. Allo stato attuale delle conoscenze non è proponibile somministrare farmaci bradicardizzanti a persone sane. Diversamente, ciò è assolutamente consigliato nel cardiopatico. L’allenamento sportivo adeguato o le altre tecniche che riducano la frequenza cardiaca, agendo fisiologicamente sul sistema neuro-vegetativo, rappresentano un sistema sicuro per prevenire le patologie del sistema cardiovascolare e forse per prolungare la vita.