Da tre anni la Facoltà di Scienze Motorie di Urbino conduce un progetto all’interno della Casa di reclusione di Fossombrone. L’insegnamento in un luogo così estremo richiede competenze specifiche e complesse. Gli Autori ritengono che sarebbe opportuno l’inserimento stabile di (almeno) un educatore motorio nell’équipe pedagogica di ogni carcere. Partendo dalla legislazione vigente e dall’analisi delle alterazioni psicofisiche legate all’ipocinesia, nell’articolo vengono spiegati il ruolo e le competenze dell’educatore motorio.
Nell’approfondimento “Dalla rieducazione alla risocializzazione”, allegato all’articolo, viene ripercorsa l’evoluzione che hanno avuto la teoria sulla devianza sociale e l’approccio metodologico al fenomeno dall’Ottocento a oggi. L’articolo fa parte del dossier “Oltre il muro…”.