Quando una lesione è causata da terzi durante un’azione di gioco, diventa discriminante, ai fini della valutazione della richiesta di risarcimento dei danni, la verifica dell’eventuale presenza di una volontà di ledere e della violazione delle regole di gioco. Nell’articolo Legge & sport -
“A gamba tesa”,
pubblicato nel 5/2004 di Sport&Medicina, viene trattato il caso di un giocatore che è stato accusato di reato penale per aver procurato, nel corso di una partita di calcio, una lesione volontaria all’avversario.
Le sentenze della Corte di Cassazione citate in “Legge & sport” sono pubblicate
on line
alle pagine indicate di seguito:
- la sentenza della Corte di Cassazione, Sezione 3 Civile, del 27 ottobre 2005, n. 20908, intitolata “Attività sportiva agonistica: responsabilità civile e accettazione del rischio”, è disponibile alla pagina
http://www.altalex.com/index.php?idstr=78&idnot=10370,
il testo segue una breve introduzione esplicativa;
- la sentenza della Corte di Cassazione del 14 ottobre 2003, n. 15321 è riportata alla pagina
http://lexfor.it.omnint19.omnibit.it/lexfor/2003-11/2003-11-Civ-Giu-2506.asp;
- il testo della sentenza della Corte di Cassazione dell’8 agosto 2002, n. 12012, è pubblicato all’indirizzo:
http://www.giuripol.unimi.it/.
Si segnala infine che a riguardo dell’ultima sentenza è stato pubblicato un altro articolo di A. Marra: Legge & sport -
“Incidente di gioco: quale responsabilità”
(n. 1/2004 di Sport&Medicina).
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