La tatuazione della cute, praticata fin dall’antichità, ha riscontrato grande diffusione negli ultimi decenni. La vastità del fenomeno e la contemporanea crescente domanda di rimozione di tatuaggi non più desiderati hanno spinto allo studio dei meccanismi fisiopatologici coinvolti nella reazione cutanea al pigmento e nella conservazione di esso nel tempo, meccanismi che restano tuttavia ancora non completamente noti. Ulteriori ricerche stanno focalizzando l’attenzione sull’eventuale tossicità delle nanoparticelle di cui i pigmenti sono costituiti, nonché sulla capacità di termoregolazione della cute tatuata, specialmente in soggetti in cui la performance fisica ha un ruolo chiave.