Una sentenza della Corte di Cassazione si è occupata dei limiti di "violenza consentita", in quegli sport in cui è richiesta ai gareggianti un certo tipo di condotta aggressiva e violenta. Nella fattispecie si trattava di un allenamento di karate, durante il quale un allenatore aveva causato a un allievo danni fisici a causa di un colpo inferto con violenza. In sintesi, secondo la Corte Suprema, il limite di "violenza consentita" durante un allenamento è di gran lunga minore di quello che si può applicare a una competizione.