Abstract
Pectineo-foveal impingement
pubblicato nel Gennaio - Marzo 2024 in Sport&Medicina - fascicolo n.1
Gian Nicola Bisciotti, Raul Zini, Matteo Aluigi, Alessandro Aprato, Alessio Auci, Elena Bellinzona, Piero Benelli, Marco Bigoni, Alessandro Bisciotti, Andrea Bisciotti, Stefano Bona, Moreno Brustia, Marco Bruzzone, Gian Luigi Canata, Christian Carulli, Gabriella Cassaghi, Michael Coli, Alessandro Corsini, Alberto Costantini, Dante Dallari, Giorgio Danelli, Giustino Danesi, Federico Della Rocca, Pasquale De Nardo, Paolo Di Benedetto, Francesco Di Marzo, Francesco di Pietto, Cristiano Eirale, Andrea Ferretti, Marco Fogli, Andrea Foglia, Alberto Guardoli, Antonio Guglielmi, Davide Lama, Nicola Maffulli, Andrea Fabio Manunta, Leo Massari, Gianni Mazzoni, Biagio Moretti, Lorenzo Moretti, Gianni Nanni, Roberto Niccolai, Marcello Occhialini, Manlio Panascì, Maria Federica Parra, Giovanni Pigalarga, Filippo Randelli, Michaela Sacchini, Vincenzo Salini, Nicola Santori, Paolo Tenconi, Giuseppe Tognini, Marco Vegnuti, Antonio Zanini, Piero Volpi

Il pectineo-foveal impingement (PFI) rappresenta una condizione clinica rara e poco descritta in letteratura. Un quadro di PFI si verifica quando la plica pettineofoveale entra in conflitto con i tessuti molli sovrastanti, principalmente con la zona orbicolare e/o con il tendine del muscolo ileopsoas. Tuttavia, le attuali evidenze relative al PFI come probabile fonte di GPS non sono particolarmente solide. Per questo motivo, il PFI non è stato mai incluso tra le cause di GPS.