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Abstract
Legge & sport
pubblicato nel Settembre - Ottobre 2005 in Sport&Medicina - fascicolo n.5
Alfonso Marra

Morte improvvisa sul campo: quando i medici ne devono rispondere - La Cassazione ha precisato i criteri per accertare il nesso di causalità tra l'omessa diagnosi di patologie che impediscono la pratica dell'attività sportiva e l'evento che colpisce l'atleta che ne è portatore.
Un medico è stato assolto in Cassazione, anche se era stato condannato per omicidio colposo dal Tribunale e dalla Corte d’Appello per la morte per trombosi di un ciclista che aveva curato per le gravi fratture riportate per essere stato investito da un’automobile. La Cassazione ha dichiarato che mancavano dati atti a dimostrare che la trombosi fosse in atto e che l’eventuale omissione, del medico avesse determinato la morte del ciclista (Corte di Cassazione, Sezione penale 4, sentenza del 25 novembre 2004).
La decisione è stata presa in base alla sentenza delle Sezioni Unite Penali secondo la quale, in sintesi, è necessario verificare per ragionamento astratto se l’effettuazione dell’atto omesso avrebbe evitato con certezza il verificarsi dell’evento. Il tema interessa anche la medicina dello sport, nel caso di incidenti nel corso dell’attività sportiva determinati da patologie non diagnosticate dal sanitario rilasciante la certificazione di idoneità sportiva o il certificato di buona salute.