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Abstract
I tre volti di uno sport
pubblicato nel Settembre - Ottobre 1986 in Sport&Medicina - fascicolo n.5
David E. Cundiff, Richard B. Kreider

Nel triathlon l’apparato cardiocircolatorio è sottoposto a stress particolari, tuttavia dati in letteratura suggeriscono che atleti allenati possono mantenere un’intensità di esercizio al 50% del massimo consumo di ossigeno (VO2 max) almeno per 8 ore senza riportare danni.
D’altra parte l’impegno metabolico del triatleta è testimoniato dalla profonda alterazione di svariati paramentri ematochimici misurati alla fine delle competizioni. È stato studiato il consumo di ossigeno durante le varie fasi della gara: nella prima frazione (nuoto) è risultato molto superiore rispetto a quello delle frazioni successive (ciclismo e corsa); ne consegue che il parametro più predittivo di una buona performance è il tempo per il quale può essere mantenuto un elevato consumo di ossigeno anche se la strategia adottata in gara risulta determinante per il successo.