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Abstract
Un giudizio di inidoneità agonistca
pubblicato nel Ottobre - Dicembre 2016 in Sport&Medicina - fascicolo n.4
Marcello Ghizzo

La legislazione vigente dispone che la tutela sanitaria delle attività sportive, in ambito sia dilettantistico sia professionistico, debba essere attuata mediante visita medica specialistica obbligatoria finalizzata a individuare quadri patologici che potrebbero peggiorare con la pratica sportiva. Tra questi quadri, quelli ortopedico- traumatici spesso risultano misconosciuti o trascurati, in quanto generalmente non comportano gravi rischi per la prognosi quoad vitam dell’atleta; tuttavia molte di queste possono essere responsabili di esiti importanti per la prognosi quoad valetudinem e, quindi, devono essere attentamente considerate e approfondite dal medico dello sport. Un criterio generale di giudizio di inidoneità consiste nell’identificare quelle forme patologiche che non possono essere trattate chirurgicamente oppure - anche se operate - che mantengono un decorso cronico-degenerativo irreversibile e i cui quadri patognomonici sono riconducibili al dolore persistente esacerbato dal gesto tecnico, al versamento articolare e alla limitazione articolare e che, quindi, oltre a precludere precocemente il proseguo dell’attività sportiva, possono risultare invalidanti nella vita quotidiana, come nel caso clinico presentato nell’articolo.