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Abstract
Oltre il muro…
pubblicato nel Maggio - Giugno 2006 in Sport&Medicina - fascicolo n.3
AA.VV.

La permanenza nel carcere aumenta, nei soggetti reclusi, l’incidenza di alterazioni psicofisiche con un andamento proporzionale ai tempi di detenzione.
Sono state osservate principalmente algie, quali mal di schiena e cervicalgia, alterazioni del comportamento, apatia e, nei casi più gravi, sindrome ipocinetica. L’inserimento dell’attività motoria in tale contesto è importante perché ha un effetto preventivo sull’insorgenza dei disturbi citati e, inoltre, ha una funzione rieducativa e favorisce il mantenimento di quei comportamenti positivi che favoriscono il reinserimento sociale del soggetto al momento della scarcerazione.