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Abstract
Uno sguardo negli abissi
pubblicato nel Maggio - Giugno 1989 in Sport&Medicina - fascicolo n.3
Enzo Maiorca

Viene trattata la storia dell’attività subacquea in apnea. Vengono ricordati gli "urinatores", cioè i sommozzatori che operavano ai tempi della repubblica e dell’impero romano, di cui resta traccia nella Lex Rodia. Essi scendevano con in bocca una spugna imbevuta d’olio, che di tanto in tanto stringevano con più forza per far fuoruscire l’olio: quest’ultimo risalendo in superficie si comportava come il vetro di una moderna maschera subacquea, migliorando la visione degli urinatores; a questi subacquei ante litteram spettava un terzo del carico recuperato dalle navi che giacevano affondate entro i 15 m di profondità, tale percentuale aumentava al 50% se il relitto era posto tra i 15 ed i 27 m di profondità. Viene infine ricordato il pescatore di spugne greco Halzis Eustalbios che nel 1913 recuperò un’ancora della nostra corazzata "Regina Margherita" che giaceva, sfilata dalla catena, a 70 m; tale fatto venne riportato dal medico di bordo sul proprio registro.