Si segnalano due articoli sulle più recenti tecniche diagnostiche:
Cuore ad alta fedeltà,
di Giovanna Macchi pubblicato nella rubrica Cardiologia del n. 6 di Sport&Medicina del 2004, sulla risonanza magnetica e
Conoscere il cuore dell’atleta,
di
Antonio De Simone, Giovanni Giordano Lanza, Domenico Tafuri,
pubblicato nel n. 3 di Sport&Medicina del 2002, sull’ecocardiografia e l’ecocardiografia Doppler.
Oltre ai fattori di rischio legati allo stile di vita esistono fattori genetici di predisposizione all’infarto, tra questi ci sono le patologie aritmogene ereditarie quali: la sindrome del QT lungo, la sindrome di Brugada e le tachicardie ventricolari polimorfe catecolaminergiche. Se ne parla nell’articolo
Quando il ritmo del cuore è scritto nel DNA
di Raffaella Bloise e Silvia Priori pubblicato nel n. 1 di Sport&Medicina del 2001.
Carta del rischio cardiovascolare.
La carta del rischio cardiovascolare, di cui si tratta nell’articolo
Test da sforzo o tecniche di imaging?,
è uno strumento semplice e obiettivo per stimare la probabilità di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus) nei 10 anni successivi all’effettuazione del test, conoscendo il valore di sei fattori di rischio: abitudine al fumo, diabete, età, sesso, pressione arteriosa sistolica e colesterolemia. Per ulteriori approfondimenti si rimanda al sito:
http://www.cuore.iss.it/valutazione/carte.asp.
| | | | | | | | | |