Salendo in alta montagna si va incontro a riduzione della pressione barometrica, dell’ossigeno, della densità dell’aria, dell’umidità e della temperatura. Ciò determina risposte di adattamento per l’organismo, a carico dell’apparato respiratorio e cardiocircolatorio.
Questo può avere influenze positive per l’asmatico, ma solo dopo lunga permanenza in alta quota, perché può giovarsi di una ridotta densità dell’aria, dell’assenza di pollini e aerocontaminanti, e della contemporanea broncodilatazione attiva dovuta alla maggior quantità di ormoni corticosurrenalici circolanti in alta quota. Vengono fornite indicazioni su attività permesse e vietate in alta montagna in soggetti che soffrono di asma bronchiale o di bronchite cronica.