Le aritmie cardiache non sono rare nella carriera di atleti che svolgono attività agonistica. Il gruppo di aritmie più importante è rappresentato dalle aritmie “patologiche” che, per il loro significato prognostico, comportano la sospensione temporanea o duratura della licenza a proseguire l’attività agonistica.
L’articolo si propone di rivisitare e aggiornare la problematica relativa alle patologie aritmiche nell’atleta –incluso l’atleta con cuore apparentemente sano- tramite una loro identificazione clinica e diagnostica. Si riportano, inoltre, alcuni dati ricavati da un’esperienza maturata in venticinque anni di studio clinico e sistematico su atleti competitivi.