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Abstract
Un male sociale
pubblicato nel Gennaio - Febbraio 1992 in Sport&Medicina - fascicolo n.1
Raffaele Canger, Maria Paola Canevini

Con il termine epilessia, che deriva dal greco epilambanlin e significa essere sopraffatti di sorpresa, si intende una modalità di reazioni del sistema nervoso centrale a stimoli che possono essere tra di loro estremamente variabili.
Ancora oggi vige la consuetudine di negare l’idoneità alla pratica sportiva a soggetti affetti da epilessia, in modo particolare se questa viene praticata a livello agonistico. Eppure non sono pochi gli atleti che si sono affermati in campo internazionale pur presentando crisi di natura epilettica. In realtà il giudizio di idoneità o meno allo svolgimento di una attività sportiva per un soggetto affetto da questo male dovrebbe dipendere dal tipo di epilessia, dalla presenza o meno di crisi, dalla presenza o meno di eventuali fattori scatenanti e, ovviamente, dal tipo di sport prescelto.
Nell’articolo vengono esaminati in modo dettagliato i criteri utili a formulare il giudizio di idoneità alla pratica sportiva agonistica per un individuo epilettico. Non dimentichiamo che una dichiarazione di non idoneità comporta di fatto una emarginazione, i cui risvolti psicologici sono del tutto imprevedibili.