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Abstract
La parola al neurologo
pubblicato nel Gennaio - Febbraio 1992 in Sport&Medicina - fascicolo n.1
Giovanni Tredici

L’impatto umano e sociale dell’epilessia è veramente notevole. Ciò crea problemi non indifferenti ai medici dello sport che devono gestire l’attività degli atleti affetti da questa malattia. Tali difficoltà sono in gran parte determinate da una insufficiente conoscenza del problema e dalle eccessive preoccupazioni con cui viene affrontato questo stato morboso. L’epilessia è una forma morbosa che si caratterizza per la comparsa di "crisi" dovute ad una eccessiva e incontrollata attività di gruppi più o meno estesi di neuroni. Ma non sempre le crisi epilettiche si manifestano solo con accentuazioni di attività motorie (crisi convulsive), talora si possono determinare riduzioni di funzioni controllate dal sistema nervoso (assenze in cui viene a cessare per pochi secondi il rapporto col mondo esterno) oppure delle crisi atoniche (perdita transitoria del tono muscolare).
Come comportarsi coi giovani atleti affetti da epilessia? Chi soffre di crisi epilettiche non deve essere assolutamente discriminato, può affrontare tranquillamente i carichi di lavoro richiesti dalla pratica sportiva.
Il rischio che l’attività fisica possa indurre crisi epilettiche è del tutto remoto per non dire impossibile.